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L'Italia e il suo inconfessabile razzismo sul Ponte

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  L'ostilità di molti alla realizzazione del ponte sullo Stretto Elly Schlein, segretaria PD è causata da un inconfessabile (anche a se stessi) razzismo degli altri italiani nei confronti dei siciliani che, in fondo, sono abituati a vivere con poco, e investire tutti quei soldi lì sarebbe uno spreco. Dite(ve)lo!  E allora la segretaria del PD, Elly Schlein, ha buon gioco a definire sbagliato e anacronistico (?) il progetto del Ponte. Lo dice perché, come tanti suoi conterranei del Nord Italia, è impegnata a non far realizzare nulla al Sud che potrebbe potenzialmente insidiare le rendite di posizione di quella zona del Paese che ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo nelle scelte nazionali. Inoltre il PD è sempre stato il partito più decisamente avverso alla costruzione dell'attraversamento stabile tra Messina e Villa san Giovanni: un po' per motivi ideologici (lo voleva Berlusconi, quindi fatwa), un po' perché portatore di interessi avversi (Finanza, industriali e

Un articolo sul ponte sullo Stretto pubblicato su Repubblica nel 2016. Interessantissimo

  Fin da quando a Silvio Berlusconi venne in testa l'idea di rilanciare il progetto del Ponte sullo Stretto la pregiudiziale ideologica - soprattutto di certa sinistra - verso l'opera è stata inesorabile: una "fatwa" (per inciso, stride un po' l'idea di una sinistra dell'accoglienza ai migranti contraria a un ponte, che, di per sé, è simbolo di unione e di scambio di culture). Ma tra i contrari ideologici c'è anche la Lega Nord, che ritardò fattivamente l'opera quando sembrava lì lì per partire e che oggi, con Salvini, dichiara la propria contrarietà tout court. E ci sono i 5 Stelle, disposti a bloccare tutto pur di accreditarsi come moralizzatori finali. C'è poi un'opinione pubblica nazionale permeata di un certo criptorazzismo verso il Sud, intimamente convinta che i soldi spesi in quelle lande siano persi; e infine c'è l'autorazzismo di molti meridionali, sostanzialmente dello stesso avviso. E allora via col "benaltrismo&quo

Sicilia - Regione a statuto speciale virtuale

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  Quando qualche siciliano si indigna per il trattamento ricevuto storicamente da parte dello Stato italiano, tra le tante reprimende (spesso in buona fede), si sente rispondere: "Eh, ma i vostri politici", "Eh, ma voi siete a Statuto speciale", "Eh, ma voi votate male"!!!!  Come detto, sono risposte spesso in buona fede. Perché gran parte degli italiani (e dei siciliani) sono convinti che la Sicilia sia una regione a statuto speciale, che le consente di trattenere tutte le tasse riscosse all'interno dei confini regionali e di avere tanti privilegi e competenze su tutte le materie. Bene, NON E' COSI'! E non lo è MAI stato.  Bisogna infatti gridare ai quattro venti che la Repubblica italiana ha di fatto truffato con destrezza i siciliani, ricomprendendo dentro la Costituzione in vigore dal 1948 il previgente Statuto siciliano, ma senza mai dare piena attuazione a questo strumento, non avendo furbescamente redatto i decreti attuativi su moltissim

La bulimìa differenziata della classe egemone italiana

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Nei fatti l'autonomia differenziata c'è già. Perché lo Stato italiano usa da qualche decennio un metodo sommamente iniquo per distribuire le risorse ordinarie agli italiani: uguali per tutti? Neanche per sogno! Usa il criterio della spesa storica : più hai speso in passato più ti tocca in futuro. Con tale metodo, imposto da menti bulimiche padane raffinatissime, inutile dire che non si pareggeranno mai le inaccettabili disparità tra i territori, ma piuttosto si andranno ad acuìre. Specchio fedele di ciò è la tabella che vedete, nella quale è racchiuso quanto lo Stato italiano ha speso pro-capite nelle varie regioni nell'anno 2020. Sono disparità valorizzate ed evidenti, che non sono neanche complete, perché andrebbero anche considerati gli investimenti in conto capitale dello Stato italiano per infrastrutture, che al Sud - tanto per cambiare - sono praticamente pari a zero. Poi grazie che le classifiche di fine anno sulla qualità della vita penalizzano sempre il Mezzogiorno

Solo genialità

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                                                                                          +                                                                                 =

La Sicilia falso arancione

Il giorno dopo essere stata frettolosamente condannata a tre settimane di arancione per due soli posti occupati più del limite del 20% nelle terapie intensive, la Sicilia torna - come era ampiamente prevedibile - con numeri Covid da zona gialla, con le terapie intensive scese al 19% di occupazione. Non ne esce bene nessuno da questa storia: il governo Draghi, che quando si parla di Sicilia ha un particolare accanimento; l'assessore regionale Razza e il presidente Musumeci per la loro indolenza clamorosa (nessuno gli ha spiegato la situazione? peggio ancora); l'Italia, col sistema dei colori alle regioni, che a questo punto può tranquillamente cessare.

Perché l'Italia non vuole realizzare il ponte sullo Stretto di Messina pur esistendo già il progetto?

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  Piccolo vademecum sul perché il Ponte sullo Stretto non è stato realizzato. Esiste un progetto definitivo redatto dalle più grandi società d'ingegneria al mondo in materia ponti (la danese Cowi coadiuvata da altre, con progetto supervisionata dalla americana Parsons Transportation), della soluzione che era stata scelta dopo oltre 20 anni di studi: ponte sospeso a campata unica di 3.300 m di lunghezza. Progetto che era stato già appaltato quando, nel 2012, il premier Mario Monti ed il ministro dei trasporti Corrado Passera bloccarono tutto, esponendo lo Stato al pagamento di almeno 700 milioni di euro di penali al consorzio Eurolink, ancor oggi pendente. Nel 2020 la ministra del PD Paola De Micheli, per perdere tempo ed evitare di inserire il Ponte nel PNRR ritenne di commissionare un ulteriore studio sull'opportunità di realizzare un collegamento stabile sullo Stretto di Messina. I professionisti designati ci impiegarono più tempo del previsto ma consegnarono lo studio che, p