Vecchioni - Sicilia: Vuci a san Siro

Arriva Roberto Vecchioni, e dice certe cose sulla Sicilia, parla di "razza siciliana", parla di "Isola di merda" perché a Palermo c'erano auto parcheggiate in tripla fila, e "400 persone su 200" (?) senza casco, ecc... Io all'inizio, quando la notizia era un po' vaga ho pensato che si trattasse di un caso di "Forse non lo sai ma pure questo è amor", e l'ho pure un po' difeso. Ma poi...visto che ho saputo i dettagli; visto che il discorso pronunciato in quell'Aula magna di Ingegneria, dove mi laureai, non mi convinceva per niente; visto che quelle parole avevano dato la stura al luogocomunismo più becero, insito in gran parte degli italiani...basta, ti rispondo.
Intanto tu vieni da Milano. Dove tutto quel tantissimo in fatto di servizi, infrastrutture, ecc... c'è perché lo Stato ha investito un sacco di soldi in quella zona piuttosto che al Sud, ad esempio: questo non scordiamocelo mai. Forse, dunque, quelle auto in terza fila che hai visto a Palermo, se avessero costruito qualche parcheggio in più in quella città, magari a scapito di mezzo chilometro di metropolitana tangentata a Milano, non ci sarebbero state. Forse, eh!?
Poi, come fai a generalizzare all'intera Sicilia la condizione di Palermo? Inevitabile, con una situazione economica disperata, che casi di degrado, malcostume, inciviltà siano più diffusi che laddove si sta meglio: ma è l'effetto, non la causa di tutto. Io Palermo non la amo, per molti motivi, ma il caos che c'è in questa pur sempre splendida città non lo puoi confrontare con la situazione di Noto o Ragusa Ibla o anche di Agrigento, e potrei continuare all'infinito.
Ma un aspetto ancora più sconcertante è quello che riguarda i commenti di una parte dei siciliani emigrati, che in questi casi scatenano tutto il loro odio per quello da cui si sono allontanati o si sono dovuti allontanare: qualcosa di cieco e passionale, ma  - per mio conto - abbastanza fuorviante. Dalla Sicilia, caro emigrato adirato, prima ancora che la Sicilia, ti ha allontanato l'Italia! Tu sei dovuto scappare, cambiare aria, cambiare orizzonti, perché il Paese dove sei nato non dà le stesse opportunità ai suoi cittadini. Ed è cosa ben diversa nascere a Milano piuttosto che a Palermo (tanto per fare due nomi di città a caso...). E la situazione è questa fin dai primordi dell'Unità d'Italia, quando i siciliani scappavano negli USA in base ad un accordo ben preciso fra i due Stati che prevedeva l'apporto di nuova manodopera a basso costo verso le piantagioni di cotone e canna da zucchero degli USA: i "dagos" che sostituivano i "negri".

Forse bisognerebbe che un po' tutti studiassero la Storia, quella vera. Anche i cantautori illuminati a san Siro...però anche loro, guardandosi intorno, a Palermo come a Milano, dovrebbero coglierne le differenze soprattutto in termini di ciò che lo Stato ha fatto e non fatto: strade, scuole, ferrovie, ospedali ecc...dove ci sono ci sono perché li ha fatti lo Stato; dove non ci sono, invece, è colpa della Sicilia e dei siciliani? Non credo

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