Post rosso

Ogni volta che vedo un'immagine di Salvatore Borsellino rivedo anche quella di Paolo Borsellino: in automatico. Ammetto che non vale il viceversa. Ma ogni volta che vedo un'agenda rossa la associo all'immagine di Salvatore.  Molti forse ancora non sanno che dopo la strage in cui rimase ucciso il magistrato palermitano scomparve - non tanto misteriosamente, alla luce di quanto sappiamo oggi - l'agenda rossa che l'uomo portava sempre con sé. Un documento fondamentale, che non è mai stato ufficialmente ritrovato, e sulla cui scomparsa sono stati tirati in ballo servizi segreti e pezzi dello Stato che si presume agissero in maniera non limpida per un ipotizzato patto inconfessabile con Cosa nostra.   Ieri ho rivisto Paolo Borsellino, perché ho rivisto Salvatore Borsellino scendere in piazza a Palermo accompagnato da un gruppo di valorose persone con delle agende rosse in mano a sventolarle sotto il naso delle Istituzioni per chiedere VERITA' su quell'oscuro periodo. Erano in pochi, erano in molti? Non m'interessa. Erano e sono persone per bene, che rivendicano un sacrosanto diritto, per tutti. Io non c'ero, causa troppi chilometri in mezzo, però pregherei Salvatore Borsellino di annoverarmi nel suo manipolo agitatori di agende rosse.

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